Lo Yoga tibetano del sogno e del sonno | Tenzin Wangyal Rinpoche usato Religione Buddismo
Un terzo della nostra vita lo passiamo dormendo. Ogni giorno termina nello stesso modo: chiudiamo gli occhi e ci dissolviamo nell'oscurità. Notte dopo notte partecipiamo a questo profondo mistero, spostandoci da una dimensione di esperienza a un' altra, eppure diamo tutto ciò per scontato. La mattina riprendiamo la nostra vita 'reale', ma in un certo senso ancora stiamo dormendo e sognando. Tutti sogniamo, che lo ricordiamo o no, entrando ogni notte in un mondo sconosciuto, incontrando persone vive o morte, volando, ridendo, piangendo, terrorizzati o euforici; ma di solito non diamo peso a queste esperienze straordinarie. Di rado analizziamo la natura stessa del sogno, ma se lo facciamo, questa indagine ci guida nei processi misteriosi alla base di tutta la nostra esistenza, preparandoci anche alle pratiche più avanzate che porteranno alla liberazione nello stato intermedio (il bardo) dopo la morte. Normalmente pensiamo che il sogno sia 'irreale', contrapposto alla vita 'reale' che si conduce da svegli. Ma non c'è nulla di più reale dei sogni, e lo yoga del sogno si applica a tutte le esperienze, ai sogni del giorno come a quelli della notte. "Se non sappiamo portare la nostra pratica nel sonno", dice Tenzin Wangyal Rinpoche, "se notte dopo notte perdiamo noi stessi, che opportunità avremo mai di essere consapevoli al momento della morte? Per sapere quale sarà il vostro viaggio al momento della morte dovete guardare la vostra esperienza nei sogni.